Wassily Chair: capolavoro di design di Marcel Breuer | Elle Decor

2023-03-23 16:46:44 By : Mr. Beck peng

Una sedia che ha fatto la storia del design dell’ultimo secolo

La scuola d’arte e di design Bauhaus rappresentò un cruciale punto di riferimento nel mondo del design dalla sua apertura a Weimar nel 1919 fino alla chiusura, forzata dal partito nazista, nel 1933. Non è un caso, dunque, che uno degli oggetti d’arredamento più iconici dell’ultimo secolo provenga proprio dalla mente di uno degli insegnanti di punta dell’accademia d’arte: Marcel Breuer. Quest’ultimo teneva infatti i corsi di falegnameria e della lavorazione dei metalli quando, tra il 1925 ed il 1926, ideò la Model B3 Chair che, successivamente, divenne celebre con il nome di Wassily Chair.

Dopo gli anni come studente e la promozione ad insegnante, Marcel Breuer realizzò così una sedia in grado di incarnare perfettamente gli ideali della scuola fondata da Walter Gropius, ovvero la conciliazione, la sovrapposizione tra gli oggetti d’arte ed i prodotti industriali.

Marcel Breuer nasce nel 1902 in Ungheria, a Pecs, una città a pochi chilometri dal confine croato. Già da adolescente il suo avvenire sembra introiettato verso una prodigiosa carriera nel mondo del design e dell’architettura: dopo gli studi a Vienna, neanche ventenne riesce ad entrare nella prestigiosa accademia Bauhaus e nello stesso anno progetta la African Chair, uno dei suoi primi lavori degni di nota.

Dopo un periodo passato in uno studio di architettura parigino, Bauer torna, come detto, alla Bauhaus in qualità di insegnante: le sue lezioni diventano una delle punte di diamante dell’intera accademia. In quegli anni le sue sperimentazioni su materiali come legno, ferro ed il modernissimo eisengarn portarono alla creazione di innovativi oggetti di arredamento, su tutti, come detto, la Wassily Chair.

Nel 1928 Bauer lascia definitivamente la Bauhaus dopo le dimissioni del fondatore Walter Gropius. Negli anni seguenti Bauer si dedicherà specialmente all’architettura, progettando edifici e palazzi in giro per il mondo.

La Wassily Chair rimane, in ogni caso, di gran lunga l’opera più celebre dell’artista ungherese.

La sua realizzazione deriva, tuttavia, da un gesto quotidiano che probabilmente ognuno di noi avrà compiuto una volta nella vita: l’acquisto di una bicicletta. Dopo aver comperato il celebre veicolo a due ruote, Bauer fu profondamente colpito dalla sua leggerezza e resistenza e decise di impiegare anch’egli, per i suoi progetti, un acciaio tubolare simile a quello che costituiva le biciclette dell’epoca.

Ne scaturì un oggetto rivoluzionario nel mondo del design: una sedia formata dall’intrecciarsi di diversi tubolari d’acciaio, una vera e propria opera d’arte da applicare all’industria dell'arredamento.

Il materiale più innovativo utilizzato per la Wassily Chair, tuttavia, non fu l’acciaio, bensì l’eisengarn. Materiale formato da un’intessitura di cotone trattato con cera, paraffina e successivamente calandrato per dargli un’ottima resistenza, l’eisengarn fu inventato nel XIX secolo e dimenticato dal mondo industriale, finché, durante le lezioni di Bauer, una sua studentessa, Margaretha Reichardt, sperimentò e migliorò la qualità del filo e sviluppò un tessuto e un materiale per le cinghie da utilizzare sulle sedie in acciaio tubolare di Breuer.

Nel corso degli anni ’20, seguendo i dettami della Bauhaus, la sedia venne prodotta e venduta in serie ed ottenne un grande successo. Il primo produttore della Wassily Chair fu l’industria austriaca Thonet, che la commercializzò con il nome di Model B3.

La seconda metà degli anni ’50 fu un periodo particolarmente importante per la carriera di Marcel Breuer: dopo anni di lavoro per progetti di interni, di dimensioni relativamente ridotte, in quegli anni l’artista ungherese cominciò a firmare i disegni per palazzi e costruzioni di grande portata. All’inizio degli anni ’60 Bauer, dunque, è un affermato architetto che vive negli Stati Uniti: proprio in quel periodo, durante un soggiorno a New York, Bauer conobbe Dino Gravina, celebre imprenditore italiano del settore d’arredamento e design. Quella tra Gravina e l’architetto ungherese fu un fruttuoso incontro: l’imprenditore italiano riuscì a convincere Bauer a rimettere la sedia Model B3 sul mercato.

Il nome Model B3, tuttavia, non piacque all’imprenditore, che lo considerava troppo freddo. Serviva un nuovo nome capace di catturare immediatamente l’attenzione del nuovo pubblico di consumatori. La geniale idea venne in mente a Gravina dopo aver ascoltato un racconto di Bauer: quest’ultimo, infatti, narrò all’imprenditore di come il celebre pittore astrattista Wassily Kandinskij apprezzò così tanto la sedia in tubolari d’acciaio ed eisengarn che volle a tutti i costi il primo esemplare per il suo studio.

Nacque così il nome Wassily Chair, in onore del primo grande apprezzatore dei più rivoluzionari arredi della storia del design: nel 1962 fu così lanciato per la seconda volta sul mercato il prodotto che, spinto dal più accattivante nomenclatura di Gravina, ottenne uno strepitoso successo.

L’affiliazione di Gravina alla produzione della Wassily Chair, tuttavia, durò poco: nel 1968 la sua azienda venne rilevata dal colosso statunitense della Knoll, che si aggiudicò i diritti di realizzazione della sedia, che ancora oggi viene prodotta sotto il marchio americano.